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Dsa, logopedista: Per le valutazioni è importante collaborare con la scuola

Dsa, logopedista: Per le valutazioni è importante collaborare con la scuola

Ricerca IdO su 60 bambini dal 2018 al 2020: il 41% sufficienti nel ri-test
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I modelli di screening e le valutazioni diagnostiche, nell’ambito scolastico funzionano quando c’è viva collaborazione con la scuola”. A dirlo è Francesca Sgueglia Della Marra, logopedista presso l’Istituto di Ortofonologia di Roma, che per il convegno ‘50 anni di IdO – Dall’esperienza alle proposte‘, ha presentato i risultati del lavoro condotto proprio con gli insegnanti su circa 60 bambini di una scuola elementare di Roma.

“L’atto di apprendimento è complesso- spiega Della Marra- e poggia le sue basi su molteplici requisiti: il linguaggio e il metalinguaggio, l’organizzazione psicomotoria, il grafismo, l’organizzazione visuo-spaziale e temporale, ma anche l’assetto emotivo e comportamentale attentivo. Questi strumenti testici, ma soprattutto clinici, consentono una visione globale e integrata del bambino e delle competenze espresse”. I modelli di screening attuati sui 60 bambini della scuola romana riguardano più fasi di test, sia nel 2018 che nel 2019, per verificare gli esiti della valutazione del primo anno, e poi un ri-test nel 2020 a pochi giorni dallo scoppio della pandemia. “È stato indispensabile cercare di individuare i fattori di rischio- spiega la logopedista- e le varie aree di compromissione in modo da riuscire a delineare e indicare l’idoneo iter successivo che può tradursi in due indicazioni: l’approfondimento clinico diagnostico e il supporto abilitativo da parte della scuola e i monitoraggi. L’obiettivo era capire, rifacendosi alle linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa), quali prestazioni atipiche necessitavano di strumenti appositi che, tuttavia, da soli non bastano per intervenire sul bambino. Sono necessari, infatti, anche le osservazioni nei vari ambiti di apprendimento interessati dal disturbo di scrittura, lettura e calcolo”, spiega Della Marra. “Ai bambini che presentano alcune atipie, un docente può predisporre attività di recupero e potenziamento, se nel caso però l’atipia permane, è necessario comunicare alla famiglia quanto riscontrato- puntualizza la logopedista- consigliando uno specialista per accertare o meno la presenza di un disturbo specifico dell’apprendimento”.

“Le analisi qualitativa e quantitativa effettuate con i modelli di screening- prosegue Della Marra- ci consente di discernere le difficoltà contingenti, che a volte non diventano un disturbo, dando il tempo al bambino di adattarsi al compito. In anni di rilevazioni nelle scuole abbiamo verificato- fa sapere la logopedista dell’IdO- che i bambini con netti ritardi di apprendimento avevano carenze profonde nei prerequisiti di base. Tuttavia, concedendo al bambino il tempo necessario a maturare le idonee competenze, ecco allora che l’ambiente aiuta il bambino a superare le difficoltà. Sempre di più, con il professor Bianchi Di Castelbianco e la professoressa Magda Di Renzo, tendiamo a coinvolgere attivamente gli insegnanti, in qualunque fase dello screening e valutazione ci troviamo”, spiega Della Marra. “Gli insegnanti conoscono i punti di forza dei propri alunni e con loro possiamo guidare i bambini verso il più idoneo percorso di crescita”.

E’ infatti un’opportunità per tutti, individuare insieme strategie di recupero: la piena collaborazione è la soluzione migliore per accompagnare il bambino. Dai test effettuati nell’indagine del 2018, condotta da Della Marra, è quindi emerso che solo 5 su 60 bambini hanno presentato prestazioni al limite della sufficienza in tutte le aree degli screening. Gli altri 55 hanno presentato difficoltà lievi o più serie in una o più aree di apprendimento. “Parlando con le maestre- racconta Della Marra- è emerso che questi 5 bambini avevano un rendimento altalenante e la collaborazione tra insegnanti e specialisti è stata fondamentale. Anche per questi 5 bambini è stata prevista un’attività di rinforzo delle competenze, che nel 2019, con la nuova valutazione, ci ha restituito il recupero anche da parte di questi cinque bambini. Il percorso condiviso ci ha consentito di evitare delle medicalizzazioni. Con i ri-test del 2020 il 41% di tutti i bambini, in un solo anno, ha raggiunto la sufficienza in tutte le aree indagate precedentemente”, conclude Della Marra.